Inclusione e Contrasto alla Dispersione Scolastica

“Se ti metti di fronte a un albero e lo guardi incessantemente per vedere se cresce e di quanto sia cresciuto, non vedrai nulla. Ma curalo in ogni momento, liberalo dal superfluo e tienilo pulito (…) ed esso, a tempo debito, comincerà a crescere. È sbagliato esaminarlo in continuazione per vedere quanto sia cresciuto”. (Martin Buber)

Le origini

La commissione o gruppo di lavoro “Minori e Successo Formativo” studia, ricerca e collabora per promuovere contesti educativi accoglienti e inclusivi per i minori nelle sedi associate del CPIA di Padova e per intercettare precocemente le situazioni di potenziale rischio abbandono o disagio scolastico e sociale. Interviene con azioni apposite, nei casi di abbandono conclamato, concordando percorsi personalizzati tra istituzioni e con azioni di orientamento a monte e a valle del processo, e di accompagnamento nei percorsi di inserimento successivo. Inoltre, condivide, studia e analizza prassi e strumenti già previsti dalla normativa in materia di accoglienza di minori.
Il lento processo di rinnovamento si è avviato nel lontano anno scolastico 2015-2016 con la finalità di costruire un sistema organico, coerente, flessibile di collaborazione e di lavoro sul doppio livello interno al CPIA e tra istituzioni delle reti.

Il successo formativo

La legge D.P.R. 275/99 ART. 12 dice che l’autonomia delle scuole si pone il fine di “garantire il successo formativo dei soggetti coinvolti”.
La finalità generale del progetto è quindi la promozione del successo formativo inteso come autorealizzazione, ovvero la possibilità per ogni persona di scoprire le proprie inclinazioni, potenzialità, limiti, talenti o intelligenze. Il progetto cura e coltiva la crescita della persona nelle sue capacità, competenze sociali, disciplinari e professionali, valorizza le predisposizioni, sostiene le scelte per il proprio benessere e costruisce via via un percorso di vita grazie al confronto con gli altri e la realtà.
È centrale, pertanto, anche la riflessione sul senso della valutazione. Quando il voto si riduce alla misurazione solo quantitativa dei risultati, non contribuisce in modo costruttivo al percorso formativo. Un percorso orientato al “successo formativo” è quindi attento a comprendere, suggerire, indicare, valorizzare le differenze e le potenzialità di tutti e di ciascuno, fornendo quelle competenze relazionali e quegli strumenti che consentono alla persona di camminare nel mondo senza paura per fare progetti, comunicare con gli altri, orientarsi (e ri-orientarsi) in una realtà in continuo mutamento. Il successo formativo non è solo un traguardo individuale, ma è anche un traguardo sociale, in quanto sintesi tra auto-realizzazione e realizzazione del bene comune. La realizzazione di sé avviene in un contesto sociale di cui l’individuo fa parte. La relazione tra individuo e contesto sociale è regolata da diritti e doveri: è sulla conoscenza dei propri diritti e doveri (coscienza etica) che si fonda la possibilità di una convivenza civile e a questo ci richiamano i principi costituzionali nel favorire l’attivazione di ogni ragazzo come cittadino consapevole e responsabile.

Le risorse coinvolte

La costruzione di un contesto di apprendimento intreccia sempre il livello delle emozioni con quello dei contenuti. Secondo Lorenzoni: “La parola da cui partire è reciprocità. La radice etimologica è recus, andare indietro, procus, andare avanti. Dentro c’è la bellezza del dialogo: quando sei nel dialogo prima devi fare un passo indietro, ascoltare e poi fare un passo avanti. Senoi insegnanti riascoltassimo quello che facciamo in classe, scopriremmo quante volte tagliamo il discorso o forzatamente lo orientiamo. Bisogna chiedere chi è il padrone della parola. Montaigne diceva: “La parola è metà di chi la dice, metà di chi l’ascolta”. Dobbiamo dare spazio al silenzio e all’attesa di qualcosa che fatica a uscire, altrimenti non c’è relazione autentica. E questo richiede un grande lavoro su noi stessi”.
Da qui, da questa centralità del dialogo e della pratica riflessiva, parte il progetto che attiva all’interno del CPIA di Padova:
– i gruppi di lavoro e di ascolto, nelle sedi associate,
– la commissione o gruppo di lavoro Minori e Successo Formativo,
– un’apposita Funzione Strumentale per l’Istituto.
Questi soggetti interni all’Istituto CPIA collaborano con attori del territorio, quali:
– assessorati ai Servizi Scolastici dei Comuni di Padova, della prima cintura urbana e dei comuni della provincia dove si trovano le sedi associate del CPIA)
– Istituti Comprensivi 
– Istituti d’Istruzione Secondaria di secondo grado
– Centri di Formazione Professionale **
– sistema socio-assistenziale (Servizi sociali dei Comuni, ULSS, privato sociale)
– Veneto Lavoro per i Centri per l’Impiego e i Servizi Orientamento e Obbligo Formativo;
– Ufficio d’Ambito Territoriale di  Padova e Rovigo
– realtà delle reti sociali, culturali, amministrative, economiche e imprenditoriali del territorio
(Centro Servizi per il Volontariato, associazioni di categoria, imprese, associazioni del terzo
settore, cooperative e altri del Terzo Settore e altri).

A chi è rivolto il lavoro della commissione

La commissione o gruppo di lavoro Minori e Successo Formativo si occupa dei quindicenni accolti e accompagnati secondo il protocollo stilato tra Ufficio Scolastico della Regione Veneto e Regione Veneto, dei sedicenni, dei diciassettenni, dei neo-maggiorenni in accompagnamento, iscritti alla scuola secondaria di primo grado, iscritti al primo e al secondo periodo del primo livello del CPIA, iscritti agli Istituti di Istruzione Superiore e nei Centri di Formazione Professionale in condizione di povertà educativa o a rischio di dispersione o di abbandono scolastico o di marginalità.

Principali azioni 

Molteplici sono le azioni messe in atto dalla commissione e dai vari gruppi di lavoro che ne discendono nelle sedi:
–  le pratiche di accoglienza dei minori nel CPIA di Padova integrate e aggiornate alla luce delle recenti Indicazioni operative per l’inserimento degli studenti stranieri nelle scuole del Veneto e degli Orientamenti interculturaliin materia di inserimento di alunni provenienti da contesti migratori ***;
– le attività di orientamento per le famiglie di neo-arrivati per conoscere i passi da compiere verso l’inserimento nel sistema scolastico italiano;
– lo sportello informativo, di ascolto e di orientamento in supporto dei minori, delle famiglie e dei neo-maggiorenni;
– la raccolta e lo studio della principale normativa aggiornata in materia di minori a rischio dispersione;
– l’attuazione del protocollo territoriale “Ricomincio da tre” attraverso la definizione delle procedure di funzionamento ;
– la personalizzazione dei percorsi scolastici attraverso convenzioni e protocolli definiti ad personam e per gruppi-classe;
–  l’anagrafe degli studenti accompagnati, anche per la finalità di follow up;
– il contatto periodico con le sedi del CPIA per monitorare i percorsi e le attività riguardanti i minori;
– la raccolta delle segnalazioni dagli Istituti Comprensivi;
– gli incontri istituzionali del raccordo tra i CPIA e i serali e tra CPIA e Ie FP e Istituti di Istruzione Secondaria di Secondo grado;
– la ricerca e l’offerta di laboratori e di attività extracurricolari;
– l’accompagnamento e la consulenza dei consigli di classe delle diverse sedi per studiare soluzioni personalizzate e piani di studio integrati.

Buone pratiche

Il metodo di lavoro è fondato sullo scambio, il confronto, la dialettica tesi a elaborare un orizzonte comune da cui si declinano percorsi e sentieri diversi, personalizzati e ritagliati sulla persona che si accompagna di volta in volta.
Negli anni di lavoro e di collaborazione e di turn over si sta facendo sempre più chiaro che ciò che conta è conoscere la normativa, aggiornarsi, discutere e trovare insieme le soluzioni più adatte, facendo tesoro di sbagli commessi.
I minori accolti e accompagnati diventano maggiorenni e vanno rinforzati precocemente per essere autonomi e pronti ad affrontare i cambiamenti e gli step successivi dei loro percorsi. Dotarli di strumenti per crescere nell’apprendimento e nella stima di sè e delle proprie capacità, va a braccetto con la realizzazione di traguardi sostenibili.
Il buon esito di questo percorso sta quindi nella “riuscita” del soggetto, perché possa realizzarsi come individuo (autorealizzazione) non isolato, ma capace di interagire con gli altri e comprendere la realtà sociale e materiale.
Rimandiamo alla sezione news per leggere alcune buone notizie e buone pratiche.
https://www.cpiapadova.edu.it/CPIA-A-Briosco-Alternanza-scuola-lavoro


* “L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento.”

** Recentissima è la notizia dell’accordo tra Ufficio Scolastico Regionale del Veneto e Regione del Veneto che promuove l’offerta formativa integrata tra CPIA e IeFP